Per capire come si declinano gli ESG per le imprese, occorre guardare ai singoli criteri ESG che un’azienda deve tenere presente. Partiamo da quelli ambientali: essi possono considerare l’impiego di energie rinnovabili e la stessa efficienza energetica, l’attenzione verso le emissioni climalteranti e la loro riduzione in ottica di decarbonizzazione, come pure la gestione ottimale dell’acqua, dei rifiuti.
Per quanto riguarda i criteri sociali, l’attenzione si focalizza su aspetti quali le condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori, i benefit previsti per loro, la considerazione dei diritti umani, dell’inclusività, dell’impatto positivo sul territorio.
I criteri di governance (o anche corporate governance, definita dalla OECD come “gestione dei diritti e delle responsabilità del management di una società, del suo consiglio di amministrazione, degli azionisti e dei vari stakeholder”) riguardano la considerazione dell’azienda di standard etici, l’uso di metodi contabili accurati e trasparenti, l’attenzione nella composizione del consiglio di amministrazione.
I benefici degli investimenti ESG per le imprese
Detto questo, che peso specifico hanno gli ESG per le imprese e quali benefici possono garantire? Come spiega bene un dossier del Cerved:
“i rating ESG possono costituire un’importante leva per il miglioramento competitivo delle PMI, contribuendo ad abbassarne in prospettiva i costi di funzionamento e di finanziamento e a favorire nel complesso un incremento del valore aziendale nel medio-lungo termine. La valutazione ESG individua i comportamenti che è bene adottare per migliorare i rapporti con gli stakeholders e rafforzare la strategia aziendale. Indipendentemente dall’obbligatorietà di un bilancio di sostenibilità, le imprese hanno capito che, adottando comportamenti socialmente responsabili, possono creare un vantaggio competitivo.”
L’emissione di un rating ESG è un modo utile per ridurre il costo del capitale di un’impresa, vista l’importanza sempre maggiore della sostenibilità. Un altro vantaggio è legato alla disponibilità di un parametro di riferimento con cui confrontare i propri progressi nel campo della sostenibilità.
Puntare su criteri Environmental, Social and Governance è ben di più di una dichiarazione d’intenti. Agisce nel profondo del dna di un’impresa, di qualsiasi dimensione sia.
Lo hanno compreso bene, per esempio, le aziende del settore tecnologico. Come mette in luce una recente analisi di GlobalData, il 96% ha identificato che i fattori ESG sono importanti per il loro processo decisionale.
ESG in Italia: imprese sempre più responsabili e sostenibili.
Il nostro Paese si fa notare positivamente per quanto riguarda l’attenzione ai criteri ambientali, sociali e di governance. Lo ha messo in luce un’analisi di Grant Thornton, società di revisione ed organizzazione contabile: a livello globale, più del 60% delle imprese ritengono oggi che la sostenibilità sia importante tanto quanto o addirittura più del successo finanziario. L’Italia, con il 67%, batte la media globale e quella europea, entrambe al 62%.
Il valore apportato dagli ESG per le imprese è quindi percepito come positivo e le potenzialità sono ancora tutte da esplorare. Lo rileva la stessa Cerved, segnalando che nel corso del 2020 fondi aperti ed Etf sostenibili operanti in Europa hanno ricevuto 233 miliardi di euro di flussi netti, di cui circa 100 miliardi nel solo quarto trimestre. “In Italia, con criteri prudenti, Cerved Rating Agency ha stimato un mercato potenziale per i mini
ESG: esempi di aziende virtuose in Italia
Chi ha deciso di credere e investire in un modello aziendale orientato ai criteri ESG testimonia che è una scelta vincente, eticamente ed economicamente. Qualche esempio: la Pattern di Collegno (Torino), azienda fondata nel 2000 e specializzata nella progettazione, l’ingegneria, lo sviluppo, la prototipazione e la produzione di linee di abbigliamento per i più prestigiosi marchi mondiali esclusivamente per il top di gamma, nel 2019 ha ottenuto il rating ESG tramite Cassa Depositi e Prestiti e certifica il proprio percorso verso il Carbon Neutral con la partecipazione al CDP Reporting on Climate Change. Nel primo semestre dello stesso anno ha messo a segno un incremento dei ricavi complessivi pari al 16,8% a 21,6 milioni.
In ambito energy vale la pena citare la storia di ERG. Una storica azienda genovese basata sul petrolio per più di ottant’anni, dal 2008 ha intrapreso una riconversione green che l’ha portata a essere oggi prima in Italia nel settore dell’eolico (e tra i primi dieci produttori europei) e tra i primi cinque operatori nel fotovoltaico italiano. Come ricorda Symbola, la sua strategia ha trovato conferma nei numerosi riconoscimenti ottenuti a livello internazionale in ambito ESG. A questo proposito, l’anno scorso, ha presentato il nuovo piano industriale 2021-2025, fortemente orientato in ottica Environmental, Social and Governance, che prevede più di 2 miliardi di investimenti.
La stessa Enel è un esempio di quanto possa valere puntare sui criteri ESG per generare valore. Con la controllata Green Power, è il più grande operatore privato al mondo nel settore delle rinnovabili ed è protagonista mondiale nei rating ESG e di sostenibilità, che ricorda come recentemente, “anche grazie a queste scelte, ha raggiunto un nuovo record di capitalizzazione di mercato superando 90 miliardi di euro di valore, confermandosi la prima azienda nel settore utilities in Europa”.